Viivi Luik: "Le tre caratteristiche degli estoni”

23.10.2021

Il 6 novembre compie gli anni Viivi Luik, nata nel 1946, poetessa e autrice di romanzi e di saggi, che a partire dal suo soggiorno a Roma dal 1998 al 2003 ha coltivato un particolare legame, letterario e non solo, con l'Italia. Dopo l'intervista, uscita su "Estonia Magazine" nel mese di maggio, pubblichiamo il suo saggio "Le tre caratteristiche degli estoni" dalla raccolta delle presentazioni sull'Estonia, pubblicata in inglese dal Ministero degli Affari Esteri di Estonia nel 2000. Se, in Italia, della Luik sono state pubblicate solo le poesie del periodo precedente, dalla raccolta Poeti Estoni nel 1973, i lettori spagnoli conoscono anche i suoi romanzi La septima primavera de la Paz, Seitsmes rahukevad, e La bellesa de la Història, Ajaloo ilu, tradotto in catalano.

Viivi Luik. Foto: ERR

Le tre caratteristiche degli estoni

Nel territorio dell'Estonia in realtà convivono due paesi completamente diversi: l'Estonia estiva e l'Estonia invernale. Ed è possibile che in ogni estone, e in generale in ogni nordico, ci siano due persone diverse: quella estiva e quella invernale.

A partire dal mese di ottobre, tutto il paese cade in un buio umido che ti entra nelle ossa, e che solo nel mese di marzo comincia ad andarsene. In novembre e in dicembre sparisce ogni speranza di luce. A mezzogiorno si schiarisce per un istante, e subito dopo arriva la sera, circa alle tre di pomeriggio.


D'estate è il contrario. A partire da marzo si comincia a salire verso la luce, fino ad arrivare a giugno quando le notti quasi non esistono. Semplicemente l'alba diviene il tramonto.

Lo scendere dalla luce al buio, e il salire dal buio alla luce si verifica costantemente in questo pezzo di terra. Probabilmente ha influenzato la lingua e il modo di pensare degli estoni, e attraverso loro anche la storia, in modo molto più significativo rispetto a qualsiasi altro fattore.


Dagli altri paesi nordici, e anche dai Paesi baltici, l'Estonia si differenzia per il fatto che la sua posizione geografica fa rimanere tutto il territorio dell'Estonia da fine aprile a metà agosto nella cosiddetta zona astronomica del crepuscolo, che non è più larga di un paio di centinaia di chilometri, ed è abbastanza rara in tutto il mondo. Nella vita quotidiana significa che dopo il tramonto non è più chiaro, ma ci vuole ancora tanto perché diventi buio. Fuori dalla zona astronomica del crepuscolo, tale fenomeno non è conosciuto. Quindi anche nella mente degli estoni deve esserci qualcosa che manca alle nazioni che il crepuscolo non conoscono. È possibile che le caratteristiche principali delle nazioni derivino solo dal rapporto tra la luce e l'ombra nel paesaggio circostante.

È curioso che la lingua e la posizione geografica uniscano gli estoni in una nazione più di quanto non lo faccia il sangue. I libri di storia confermano che nelle vene degli estoni scorre il sangue di quasi tutte le popolazioni europee per il fatto che l'Estonia ha perso un paio di volte la maggior parte dei suoi abitanti a causa di guerre, fame e peste, e per questo motivo nella terra svuotata si sono trasferiti sia i finlandesi sia tedeschi, sia gli olandesi sia gli scozzesi, sia i russi sia i polacchi, i cui discendenti, appunto, sono gli estoni di oggi.


Perciò il popolo estone consiste di esemplari molto diversi tra di loro e non esiste nessun colore dominante degli occhi o dei capelli, né la forma di testa né quella del viso. Ci sono persone che hanno gli occhi marroni e altre che gli occhi li hanno blu, grigi o verdi, ci sono i biondi e alti e gli scuri e bassi. Ci sono i lenti e freddi, gli agitati e focosi.

Tanto quanto tra gli estoni ci sono le etnie diverse, ci sono anche le opinioni e i modi di pensare diversi, e probabilmente è questo il motivo perchè gli estoni hanno la passione di fondare così tanti partiti, unioni e associazioni, tutti in concorrenza tra di loro.

Tuttavia gli estoni hanno anche una caratteristica comune ed evidente - la nostalgia di casa. È un tema sempre presente nella poesia estone, nelle canzoni popolari, nella letteratura e nella pubblicistica. È possibile che il fenomeno sia stato particolarmente amplificato dagli importanti drammi storici del XX secolo - i gulag della Siberia e i campi profughi della Germania, in ogni modo le sue radici sono più profonde, si trovano da qualche parte lì, dove l'estone era ancora il soldato scozzese, il marinaio danese o l'emigrato svedese, capitato nella terra sconosciuta nel lontano Nord, e a cui nell'ora del vespro mancava la sua lontana casa. A partire dal momento in cui la lingua madre fu dimenticata e sostituita dalla lingua estone, anche la strada verso casa venne dimenticata. Il leitmotiv della casa perduta attraversa tutta la cultura estone.

L'altra caratteristica che unisce gli estoni è il rispetto verso la scienza e la tecnologia. L'estone vuole che tutto sia scientificamente provato, altrimenti non ci crede. Da una parte gli estoni adottano velocemente qualsiasi tipo di innovazione, dall'altra è quasi impossibile imporre qualcosa di nuovo e inventivo, che non sia ancora scientificamente provato. Generalmente in un estone combatte quasi sempre il conservatorismo con l'avventurismo. Esattamente come nel paesaggio estone l'inverno lo fa con l'estate. A volte vince uno, a volte l'altro.

La terza caratteristica che unisce gli estoni è lo scherzo, la beffa, l'ironia e l'autoironia. L'humor estone è più nero di quello inglese e il suo scherzo è solitamente una risata amara. La sua permanente nostalgia per la casa e il suo cuor tenero l'estone nasconde dietro l'ironia. Per generazioni gli estoni hanno dovuto cavarsela da soli e con le proprie forze, e questo ha insegnato loro a essere pronti ad agire anche nelle situazioni più disperate.

A proposito, anche la speranza unisce gli estoni. Essi sperano di arrivare a casa, anche se per ogni estone questo significa una cosa diversa.

Viivi Luik

Traduzione di Katrin Veiksaar e Patrizia Romagnoli

Crea il tuo sito web gratis!