Un palazzo col cappotto: il Padiglione Estone della Biennale Architettura che ha fatto discutere il web
Passeggiando per Castello – il sestiere più orientale di Venezia – in questi ultimi giorni molti passanti non hanno potuto fare a meno di notare un involucro di pannelli bianchi stringere in un insolito abbraccio il palazzotto al civico 1611 di Riva dei Sette Martiri. C'è chi ha pensato a un intervento di restauro in corso; chi – a ragione – all'imminente inaugurazione della 19a Mostra Internazionale di Architettura, prevista per il prossimo sabato 10 maggio.
Nella foto a destra le curatrici della mostra Elina Liiva, Keiti Lige ed Helena Männa.
I pannelli bianchi montati su quel rosso edificio che si affaccia sulla laguna fanno infatti parte del Padiglione dell'Estonia per la Biennale di Architettura 2025. L'intervento è stato ideato da Keiti Lige, Elina Liiva ed Helena Männa, una squadra tutta al femminile di giovanissime architette estoni, in collaborazione con lo studio Anfibio di Venezia. Nel concreto, l'esibizione è composta da un rivestimento a cappotto che abbraccia un angolo del palazzetto, cingendo diverse finestre ma lasciando ben visibile la facciata rinascimentale, creando un netto contrasto di superfici, stili, forme e colori. All'interno, il locale è rivestito di film plastico; vi troviamo un modello di appartamenti in blocco, i cui inquilini ci vengono presentati in tutta la loro umanità attraverso delle vignette che mettono in risalto storie, caratteristiche, difficoltà, contributi sociali e bisogni di ognuno.
Sui social, il contrasto tra i pannelli e la meravigliosa facciata rinascimentale sta suscitando le forti reazioni di residenti e visitatori di Venezia; ma l'avversione di alcuni utenti per l'inestetismo del cappotto termico, come fanno notare i più informati, centra perfettamente il punto delle ideatrici dell'opera. Il progetto vuole richiamare ciò che sta accadendo ad alcuni edifici estoni: in risposta agli obiettivi energetici fissati dall'Unione Europea per il 2050, l'Estonia mira a ottimizzare i consumi di circa 14000 edifici – per lo più appartamenti sovietici. Ma, nella maggior parte dei casi, questi interventi non sono veri e propri restauri, bensì semplici installazioni di rivestimenti termici a cappotto e nuove finestre. Seppur economiche e immediate, queste soluzioni non preservano il valore storico e architettonico degli edifici in questione, né soddisfano i bisogni sociali e spaziali dei residenti. Lige, Liiva e Männa si chiedono dunque fino a che punto si è disposti a negoziare il benessere degli inquilini di un edificio, pur di allinearsi ai grandi obiettivi internazionali.
L'architetto e ingegnere Carlo Ratti, curatore di questa edizione della Biennale, ha sottolineato l'urgenza di operare scelte architettoniche consapevoli, in grado di far fronte alle grandi sfide che questo periodo storico ci riserva: "Per affrontare un mondo in fiamme, l'architettura deve riuscire a sfruttare tutta l'intelligenza che ci circonda." Il Padiglione dell'Estonia propone di ridefinire i criteri della consapevolezza – o "intelligenza" – architettonica, incoraggiando la valutazione di soluzioni alternative e sostenibili che non ci costringano a sacrificare la qualità degli spazi in cui viviamo.
Keiti Lige, di Viljandi, classe 1995, ha fondato a Tallinn lo studio di architettura Teisik. Attualmente, insegna alla Estonian Academy of Arts, nel Dipartimento di Architettura e Pianificazione Urbana – che, tra l'altro, ha frequentato anche da studentessa. Artista dinamica e prolifica, da diversi anni cura e partecipa a diverse mostre di architetture e design in Estonia – citiamo fra le altre Future Kalamaja Community Building del 2021 e varie installazioni per la Tallinn Architecture Biennale. Insieme alle colleghe con cui ha collaborato in "Let me warm you" e a Saskia Lõhmus, ha ideato lo spazio condiviso ÕU ruum, sito nella Città Vecchia di Tallinn, che ha l'obiettivo di promuovere e valorizzare progetti di design, architettura e molto altro ancora.
Elina Liiva ed Helena Männa, classe 1996, sono originarie di Tallinn, dove sono attualmente dottorande presso l'Estonian Academy of Arts. Tutte e due sono coinvolte nel progetto LIFE IP BuildEST, per il quale si occupano della ricerca di strategie di ristrutturazione sostenibile di vecchi edifici estoni. Entrambe le architette figurano più volte nelle partecipazioni alla Tallinn Architecture Biennale (nel 2024 e 2022); hanno collaborato in molti altri progetti – tra cui la mostra The Houses that We Need al Museo di Architettura Estone – e sono entrambe figure di spicco e pluripremiate nel contesto della ricerca architettonica estone.
Chiara Padovano