The Passenger dedica un numero ai Paesi baltici

18.03.2024

A prima vista la fotografia della copertina di The Passenger dedicata ai Paesi baltici mi fa venire in mente il cratere di Kaali, formatosi circa 3600 anni fa con la caduta di un meteorite a Saaremaa, sull'isola più grande dell'Estonia. Solo dopo leggo dalla didascalia che la foto del laghetto di acqua scura ritrae la torbiera di Kõnnu dell'Estonia centrale. L'articolo a cui fa riferimento si intitola "Le montagne dei paesi baltici". Chiaro, nei Paesi baltici le montagne non ci sono, ma le terre umide, le barriere naturali, il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti, occupano dal sei all'otto percento dei tre paesi.

Gli articoli di questo numero sono principalmente scritti da autori baltici. I nomi degli autori lettoni si riconoscono dalla finale -s, ad esempio lo scrittore Janis Jonevs, quelli lituani per i suffissi -aitè nei cognomi delle donne nubili come la scrittrice Kristina Sabaliuskaitè, e quelli estoni per la doppia vocale come nel nome della scrittrice Maarja Kangro. Tra gli autori, ci sono anche l'americano Jayde Will, traduttore con un master in Linguistica ugrofinnica all'Università di Tartu, Miks Koljers ovvero Mike Collier, un giornalista britannico, che usa uno pseudonimo lettone, e lo scrittore olandese Jan Brokken, conosciuto in Italia per una decina di libri, tra cui "Anime baltiche".

Agli autori estoni Sofia Joons e Maarja Kangro The Passenger ha commissionato due saggi. La Kangro è già nota nella sfera culturale italiana per le sue poesie, la Joons invece è un personaggio nuovo, di nicchia, una cantautrice sociologa. Conoscevo Sofia come membro del gruppo folk "Naised köögis". Sia lei che Maarja sono mie amiche su Facebook; nulla di particolarmente eclatante, in Estonia "tutti conoscono tutti", siamo un paese piccolo.

Maarja Kangro è nata in Estonia, Sofia Joons invece ha i suoi natali sul lato opposto del Mar Baltico, in Svezia. Alla fine del 1944 i suoi bisnonni paterni, insieme ad altri 80 000 estoni, sono fuggiti dall'occupazione sovietica attraversando le terribili tempeste autunnali del Mar Baltico. L'articolo della Joons è toccante. Ne "Il mare degli estoni" l'autrice racconta principalmente delle sue esperienze, di quelle degli amici e dei parenti, tutte ambientate tra l'Estonia, la Finlandia e la Svezia. Sono racconti orribili, tristi, euforici, teneri e bizzarri, anche perché quel pezzo di mare è stato interdetto agli estoni per quasi mezzo secolo, in quanto zona di confine più nord orientale tra l'URSS e il mondo occidentale. Ma ci sono anche altri tipi di racconti, ambientati ai tempi in cui la navigazione faceva parte della vita quotidiana degli estoni: quelli dell'era vichinga, del periodo della Lega anseatica, della prima Repubblica estone dal 1918 al 1940 e dell'indipendenza dal 1991 ad oggi. Gli anni '90 non sono stati un ritorno alle radici soltanto per l'autrice, perché, come spiega la Joons a proposito dei tempi dei suoi studi estoni all'Accademia della cultura di Viljandi: "Frequentando i nuovi corsi di Storia della Cultura Estone, scoprii che molti degli argomenti erano nuovi anche per gli studenti cresciuti in Estonia. Il ritorno alle radici riguardava dunque non solo i discendenti degli estoni della diaspora, ma anche gli studenti estoni di ogni ordine e grado".

Rispetto a Joons il saggio di Maarja Kangro assume un tono più frizzante. I testi di Kangro sono generalmente conosciuti per la sua lingua tagliente. Anche nel suo articolo "La foresta dei miti estoni" l'autrice non ci risparmia la sua ironia: ci racconta della storia poco gloriosa di "un popolo vissuto per secoli sotto un potere coloniale" e della sua necessità di trovare miti "piacevoli e fortificanti" per sentirsi "più sicuro di sé". La autorappresentazione degli estoni come un popolo ugrofinnico che è "vicino alla natura ed essenzialmente legato alla foresta" viene confrontata duramente con la realtà, con la distruzione delle foreste locali e l'alta impronta ecologica del paese. Ovviamente l'autrice non si sofferma soltanto sulle classifiche che mettono l'Estonia in cattiva luce, cita anche quelle dove gli estoni sono in posizioni alte e altri motivi di orgoglio. Per esempio la digitalizzazione dei vari aspetti della vita estone. Eccovi un'immagine di Maarja Kangro che si trova in vacanza in Nicaragua e vota per le elezioni del parlamento estone… dal suo pc. Proprio così, l'Estonia, dove il voto elettronico esiste dal 2005, è all'avanguardia nelle scienze informatiche.

Ma il vero soft power degli estoni secondo la Kangro? Non vi voglio rovinare la sorpresa.

Katrin Veiksaar


Crea il tuo sito web gratis!