Pirjo Levandi, il canto, la regia teatrale e l’Italia

06.12.2023

Pirjo Levandi è di casa in Italia: grazie a una collaborazione fra il Teatro dell'Opera Nazionale "Estonia" di Tallinn e il Teatro Grande di Brescia, ha lavorato quest'estate alla messa in scena di Madama Butterfly di Puccini. Pirjo è stata una soprano affermata e ha cantato per una ventina d'anni in Estonia e all'estero, dopodiché è passata al lavoro dietro le quinte, e da qualche anno lavora per il teatro "Estonia", proprio dove aveva iniziato negli anni '90.


Negli anni '90 è stata una soprano al teatro dell'Opera Nazionale "Estonia". Canta ancora?

Ho iniziato la mia carriera di cantante lirica all'inizio degli anni '90 al Teatro "Estonia" quando ero ancora una studentessa del terzo anno. In dieci anni vi ho interpretato più di venti ruoli ma poi il mio contratto con il teatro è scaduto. Ho cantato anche altrove: ho interpretato ruoli nel Teatro "Vanemuine" a Tartu, sono stata solista nel teatro di varietà Bel-Étage, mi sono esibita come cantante da camera e come solista nelle grandi forme musicali vocali, ho partecipato ai musical di Smithbridge Productions, per nominarne alcuni. A dire la verità, negli ultimi dieci anni non ho cantato.

Pirjo Levandi al Teatro Grande di Brescia. 

Dal 2021 ha ripreso a collaborare con il teatro "Estonia" come assistente alla regia. Con quali sentimenti è ritornata all'ex luogo di lavoro?

È vero, ho lasciato il teatro nel 2001 e ci sono tornata nel 2021. Anch'io mi chiedevo come sarebbe stato tornarci, se ci sarebbe stata qualche nostalgia o tensione d'attesa. Ma quando giravo nuovamente per il teatro, in qualche modo tutto mi sembrava naturale, come se non fossi mai stata via.

Ha visitato l'Italia molte volte. Nel 1998 ha partecipato al concorso internazionale per giovani cantanti lirici di Sanremo. Negli anni 1995-1996 si è perfezionata nel Conservatorio di Parma sotto la guida di Carmen Stara e nel 1996 a Milano sotto la guida di Jenny Anvelt. Cosa le ha insegnato l'Italia?

L'Italia mi piace molto, mi piace il suo clima, il cibo, l'architettura e soprattutto l'indole della gente; sono persone curiose e amichevoli. Questa terra mi ha insegnato la giocosità della vita e come prendere le cose con più leggerezza. Ho imparato a vivere in modo da non dovermi in continuazione affaticare o mettere alla prova. Ad esempio, quando stavo imparando a guidare, cercavo di essere molto coscienziosa e mi innervosivo quando qualcuno mi suonava il clacson. Poi ho scoperto che in Italia questa cosa viene presa con una certa filosofia, ad esempio succede che la gente parcheggi in seconda fila, va a bere un caffè e torna dicendo, beh, ho preso un caffè, e allora?

Nel mese di luglio è stata al Teatro Grande di Brescia per una collaborazione internazionale. Quanto è durato il periodo di preparazione  di Madama Butterfly?

Si tratta di un progetto congiunto internazionale a cui partecipano il Teatro dell'Opera Nazionale e, per quanto riguarda l'Italia, la Fondazione del Teatro Grande di Brescia, il Teatro Sociale di Como e le fondazioni dei teatri di Pavia, Cremona, Bergamo e Lucca. Il lavoro preparatorio è durato più di un anno. Io ho aderito al progetto quest'anno: in primavera abbiamo avuto una fitta corrispondenza e riunioni su Zoom. Sono arrivata in Italia a fine giugno per le prove, culminate con due spettacoli a Brescia il 20 e il 22 luglio.

Chi altro partecipa al progetto?

Praticamente tutto il nostro teatro, ma io, essendo l'assistente della regista Rodula Gaitanou, sono venuta a lavorare in loco. Sono poi venuti inoltre dei dirigenti estoni, che hanno anche partecipato a un convegno su Puccini a Brescia, quest'anno capitale italiana della cultura.

Lei e la regista Rodula Gaitanou siete sulla stessa lunghezza d'onda?

Rodula Gaitanou mi piace moltissimo. Inoltre, per me è stata la prima volta in cui ho lavorato con un regista straniero che non conoscevo personalmente fuori dal mio teatro. Ha un curriculum impressionante, ammetto di essere stata un po' in ansia, ma la nostra collaborazione è andata davvero bene. E' una donna molto disciplinata, è esigente con se stessa e con gli altri, va molto in profondità, ma allo stesso tempo è molto calorosa e ha un ottimo senso dell'umorismo. Ha detto fin dall'inizio che voleva vedere sul palco sentimenti crudi e profondi, ed ecco che sul palco li vedremo. Come Rodula Gaitanou stessa ha detto, conosce Madama Butterfly davvero bene, addirittura, questa musica scorrerebbe nelle sue vene. L'ha messa in scena diverse volte, tra gli altri luoghi anche sul palco di Covent Garden. Il fatto divertente è che lei ha partecipato all'opera quando ancora aveva 5-6 anni.

Qual è la parte più difficile del lavoro?

Forse quella di dover stare costantemente in allerta. Per prima cosa il regista dà indicazioni su come fare certe cose, poi i cantanti dicono la loro, poi arriva il progetto complessivo che tiene conto di tutto. Durante le prove il mio compito era quello di prendere appunti in modo chiaro e comprensibile. Dovevo capire le informazioni in dettaglio e saper trasmetterle agli altri. L'elenco dei lavori è in realtà molto lungo, ma detto in sintesi l'assistente è il braccio destro del regista, la sua ombra.

Ci faccia l'elenco.

L'assistente deve sapere tutto quello che il regista ha pensato, sia per quanto riguarda il contenuto dello spettacolo che quello tecnico delle scene, e non solo. Deve sapere chi, da dove, perché e quando entrerà in scena, come saranno organizzate le messinscena. Ha anche bisogno di informazioni su costumi e oggetti di scena. Deve sapere tutto nei minimi dettagli. E talvolta, ricoprire anche il ruolo di conciliatore e psicologo. Il mio compito era anche quello di sostituire il direttore in sua assenza. Inoltre, sostituire gli attori che per qualche motivo non riescono ad essere presenti alle prove. Ad esempio, ho dovuto interpretare un bambino, la zia di Butterfly, e persino uno zio! Tutto questo rende il periodo di prova molto intenso.

L'Opera Nazionale estone partecipa spesso a progetti con collaborazioni internazionali?

Una cooperazione a questo livello, dove c'è un budget comune e lo spettacolo viene rappresentato in più teatri, è la prima nel suo genere. Il futuro appartiene chiaramente ai progetti comuni come questo - lo dicono tutti i teatri d'opera europei - per il semplice fatto che permette di condividere i costi, collaborare con i creatori famosi e portare a casa produzioni che il budget di un solo teatro non consentirebbe.

È stato il primo progetto in collaborazione con l'Italia?

In realtà il Teatro "Estonia" ha sempre avuto collaborazioni internazionali su scala minore, anche con l'Italia. Ad esempio, a febbraio abbiamo presentato la prima dell'opera Giovanna d'Arco di Verdi. Il regista era Marco Gandini, lo scenografo Italo Grassi e la costumista Anna Biagiotti. A proposito, sono stata assistente anche di quella produzione…

È facile comunicare con gli italiani?

Molto facile. A volte anche più facile che con gli estoni. Ammetto di andare molto d'accordo con gli italiani.

Le prossime rappresentazioni di Madama Butterfly si svolgeranno nei mesi di gennaio e di febbraio. In totale, quanti spettacoli ci saranno in Italia?

Ci saranno altri dieci spettacoli in Italia: il 13 e il 14 gennaio a Cremona, il 19 e il 21 gennaio a Como, il 26 e il 28 gennaio a Bergamo, il 2 e il 4 febbraio a Pavia e il 17 e il 18 febbraio a Lucca.

In primavera ci sarà la serata inaugurale di Madama Butterfly a Tallinn. Ci saranno cambiamenti nel cast?

La prima a Tallinn si svolgerà il 24 maggio 2024, dopodiché lo spettacolo rimarrà nel nostro programma. La maggior parte dei ruoli sarà interpretata dai cantanti dell'Opera Nazionale estone, ma probabilmente i ruoli principali come Butterfly e Pinkerton verranno cantati dagli ospiti. I nomi li sapremo solo in primavera.

Nell'intervista di Arvo Volmer su Estonia Magazine nel 2021, l'attuale direttore artistico e direttore principale del Teatro "Estonia", ha affermato che l'edificio del teatro dell'opera, costruito nel 1913, è diventato piccolo e necessita di nuovi investimenti. Come sta andando su questo fronte?

È proprio vero. Dopotutto, il Teatro "Estonia" è stato costruito per gli spettacoli teatrali e non musicali. Nei tempi successivi l'acustica della sala è stata migliorata più volte ma le dimensioni della sala presentano ancora un limite. Le piccole dimensioni della fossa dell'orchestra e del palco non soddisfano i requisiti del moderno teatro musicale. Nel 2021 il Parlamento estone ha aggiunto il Teatro dell'Opera dell'Estonia nell'elenco degli edifici culturali d'importanza nazionale finanziati dalla Fondazione statale Kultuurkapital. Speriamo davvero che l'attuazione di questa decisione inizi presto.

Quest'estate è riuscita ad andare a trovare la Primadonna estone degli anni '70 Jenny Anvelt (Anvelt ha insegnato per anni al Conservatorio di Musica "Giuseppe Verdi" di Milano N.d.R.)? Siete in contatto?

Sì, ci sentiamo molto spesso per raccontarci come va. Quest'estate ci siamo incontrati con i miei compagni di studi della sua classe di canto in Italia e le abbiamo inviato una foto di noi tutti insieme. Ci siamo promessi di rivederci quest'inverno a Cremona.

Cos'altro riuscirà a fare in Italia quest'inverno?

Purtroppo non potrò fare tutto quello che voglio, perché avrò un periodo di lavoro molto intenso. Poi, in realtà, in inverno avrò a Tallinn un altro progetto come assistente, e quindi potrò venire in Italia per una sola settimana. Ma non vedo l'ora di partire: alla gente nordica come me ogni viaggio in Italia regala una nuova prospettiva di vita.

Katrin Veiksaar


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