Le meraviglie egizie tornano da Tallinn a Torino

12.05.2021

La mostra "Egypt of Glory", allestita in due diverse sedi - il Kumu Art Museum di Tallinn e il museo Amos Rex di Helsinki - è tornata in Italia lo scorso aprile, dopo un viaggio durato circa sette mesi. Il progetto espositivo, promosso e realizzato dal Museo Egizio di Torino, è stato pensato all'interno della programmazione internazionale per portare in Estonia e in Finlandia, per la prima volta, importanti reperti della collezione. L'annuncio del ritorno di tutti i reperti a Torino è stato dato, il 20 aprile scorso, dalla pagina Facebook dell'Ambasciata d'Italia Tallinn.

Nella foto la co-curatrice Jaanika Anderson e il curatore Paolo Marini. Foto: Helen Melesk

Il 10 ottobre 2020, in contemporanea, le due sedi hanno inaugurato le rispettive esposizioni, ufficialmente chiuse il 21 marzo 2021. La sinergia delle tre istituzioni, nonostante le numerose difficoltà determinate dall'emergenza sanitaria, ne ha permesso la realizzazione ed è stata un'opportunità unica per l'Estonia che, in questa occasione, ha ospitato la prima grande mostra di arte antica egizia. Il curatore Paolo Marini, il quale riveste lo stesso ruolo nel Museo Egizio, ha collaborato con la co-curatrice Jaanika Anderson del Museo dell'Università di Tartu, e Inga Jaagus, responsabile del progetto.

L'istituzione scelta per ospitare le preziose meraviglie egizie, il Kumu Art Museum, promuove, dal 2006, arte estone dal XVIII secolo ad oggi. Tuttavia, la scelta si è rivelata vincente contando, a mostra conclusa, più di 50.000 visitatori. In particolare il progetto pensato per Tallinn, "Egiptuse hiilgus: Niiluse oru kunst" ("Egypt of Glory: Art from the Nile Valley"), si è configurato con una selezione di circa 200 oggetti - tra cui bare, mummie, amuleti magici, sculture - scelti per dar modo ai visitatori di esplorare l'arte e i modi di rappresentazione, di soggetti religiosi, naturali e antropici, propri degli egizi.

Foto: Stanslav Stepashko, Art Museum of Estonia

Ad aprire la mostra, una serie di pannelli introduttivi nei quali si trovava descritto dettagliatamente il ruolo dell'artista, all'interno del sistema sociale della civiltà egizia. Nell'antico Egitto, in particolare durante il Nuovo Regno, artigiani e artisti ricoprivano una posizione di prestigio soprattutto per la funzione che avevano nel proteggere le anime dei defunti; i faraoni affidavano la decorazione delle tombe alle loro mani esperte garantendosi, così, una vita ultraterrena eterna. La ricerca artistica non aveva, dunque, fini estetici, ma intenti celebrativi e legati alla propaganda del potere assoluto dei faraoni. Per tutti questi motivi non esiste, nell'antico Egitto, il concetto di arte autoriale: le attività artistiche sono anonime dal momento che la loro funzione è di portata esclusivamente sociale. E proprio se parliamo di estetica, ciò che non può essere trasceso è come, in tutta l'arte egizia, la prospettiva sia estromessa a favore di una spazialità bidimensionale e caratterizzata dalla sovrapposizione di oggetti; le ragioni di queste scelte non sono, certo, l'incompetenza degli artisti quanto più il fine ultimo: ancora una volta non emulativo ma simbolico.

I reperti, allestiti in un'unica, ampia sala sono stati divisi in sezioni tematiche - come la rappresentazione degli Dei, degli animali, dell'uomo - una delle quali dedicata al rapporto fra Egitto ed Estonia. Ripercorrendo a ritroso la cause per le quali l'Europa, da un certo momento in poi, sia stata presa da una sorta di «egittomania», se ne individua nella Campagna d'Egitto di Napoleone (1798-1801) il motivo principale. Allo stesso periodo risale anche il viaggio in Egitto di Otto Friedrich von Richter (1792-1816), un orientalista di origine balto-tedesca, il quale, durante l'impresa, raccolse molti oggetti antichi, dando vita alla Collezione Richter, donata poi dal padre, a causa della sua precoce morte, all'Università di Tartu e in parte evacuata a Voronezh, in Russia, durante la prima guerra mondiale.

Il catalogo della mostra in lingua estone, edito da Estonian Art Museum - Kumu Art Museum, è acquistabile dal sito e contiene i testi di Jaanika Anderson, Christian Greco e Paolo Marini corredati da una selezione di rare opere d'arte e oggetti.

Chiara Lorenzetti

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