LA SCALA DI MILANO APRE CON LA VOCE DI AIN ANGER

14.11.2022

Mosca, Monastero dei Miracoli, è il 1603 e il monaco Pimen è intento a scrivere la cronaca dei turbolenti anni appena trascorsi al chiarore di una lucerna. Così si apre l'atto primo del "Boris Godunov" da cui prenderà avvio il 7 dicembre al Teatro alla Scala di Milano la stagione lirica 2022/2023. Il capolavoro di Modest Musorgskij scelto per l'inaugurazione verrà presentato nella versione originale del 1869, diretto dal Maestro Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten e con il basso estone Ain Anger nel ruolo del monaco cronachista.

Ain Anger (nella foto a sinistra) interpreta Pimen in Boris Godunov, alla Royal Opera House, 2016. Foto di Catherine Ashmore.

Attraverso la voce di Anger vengono narrati i torbidi avvenimenti che hanno portato Boris Godunov sul trono. La sua performance, già apprezzata al Metropolitan Opera House di New York, è stata recensita nella stessa occasione su Opera Wire da Francisco Salazar: "Dal momento in cui è salito [Ain Anger] sul palco, la sua è stata una presenza forte. [...] Al crescere dell'agitazione nel raccontare le azioni sovversive di Boris, la sua voce ha assunto un tono più ansimante ma non ha mai perso eleganza o morbidezza. In quei momenti Anger ha mostrato un'intensità nella voce che ha riempito la sala di un suono tonante."

Ain Anger, nato nel 1971 sull'isola estone di Saaremaa e formatosi alla Eesti Muusika- ja Teatriakadeemia di Tallinn, è oggi un basso di successo a livello internazionale. Dal 2004 si esibisce regolarmente sul palco della Wiener Staatsoper e nel 2020 proprio il governo austriaco lo ha insignito del titolo onorifico di Kammersänger, riservato agli illustri cantanti di opera e musica classica e un tempo conferito da principi e re. Il suo repertorio vanta ruoli in quasi tutti i drammi di Wagner, tra cui "La Valchiria", "Lohengrin", "Parsifal", ne "Il flauto magico" di Mozart, nella "Chovanščina" di Musorgskij. Nello stesso "Boris Godunov" ha impersonato in passato anche Boris e Varlaam, ex monaco vagabondo. Molte sono le interpretazioni delle opere di Verdi e "Il Rigoletto" segna peraltro la sua prima esibizione in Austria, dove attualmente vive. Si esibisce inoltre in concerto con importanti orchestre europee e statunitensi. Il suo repertorio include "Stabat Mater" di Dvorák, "Requiem" di Verdi e la "Missa Solemnis" di Beethoven, che lo ha accompagnato nel suo debutto alla San Francisco Symphony.

Italia, Francia, Svizzera, Germania, Danimarca, Finlandia, Stati Uniti, Giappone: un cantante lirico di successo è spesso in viaggio. L'isola natale è tuttavia riuscita a godere della sua presenza di recente, durante il Saaremaa Opera Festival. Nel 2019 aveva invece partecipato al Laulupidu, il Festival della canzone estone, evento coristico amatoriale fra i più importanti al mondo con fino a 25 000 cantanti sul palco.

Risale invece al 2013 con "Der fliegende Holländer" di Wagner il suo esordio alla Scala, accolto calorosamente dal pubblico. Apparizione, questa, che ha richiamato alla memoria i nomi di altri grandi artisti estoni legati al prestigioso teatro milanese: Hendrik Krumm, Anu Kaal e Mati Palm perfezionarono il loro talento alla Scuola della Scala fra gli anni '60 e '70, sotto la guida rispettivamente di Gennaro Barra e di Renata Caruso. Nel 2007 il mezzosoprano Annely Peebo è comparsa per la prima volta alla Scala nei panni di Karolka nel "Jenůfa" di Janáček e sullo stesso palco il basso-baritono Lauri Vasar è stato Boland nel "Fierrabras" di Schubert.

Ain Anger raccoglie il testimone e, dopo l'inaugurazione, andrà ancora in scena con le repliche del "Boris Godunov" fino al 29 dicembre. Il suo ritorno al Teatro alla Scala è poi atteso a maggio con la "Sinfonia no. 8" di Mahler.

Giada Scanu


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