La passione “italiana” di Enn Kunila, collezionista d’arte
Il pubblico italiano di appassionati d'arte conosce assai bene il nome del collezionista Enn Kunila. È stato lui a presentare la pittura moderna estone in Italia in diverse occasioni. La prima mostra "I colori del nord. L'arte estone nel 1910-1945 dalla collezione di Enn Kunila" ha avuto luogo al Complesso del Vittoriano a Roma nel 2015 e i "Visioni dal nord. Pittura estone dalla collezione di Enn Kunila, 1910-1940" a Firenze al Museo Novecento due anni dopo. Dopodichè, su iniziativa della Fondazione Konrad Mägi, sono state realizzate in Italia due importanti mostre personali di Konrad Mägi, il capostipite della pittura estone moderna, organizzate dal Museo d'Arte Estone: alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma nel 2017 e ai Musei Reali di Torino nel 2019.
Enn Kunila
È uno dei collezionisti d'arte più noti in Estonia. Qual è il suo rapporto personale con l'Italia?
Il mio interesse per l'arte e per i viaggi mi ha portato ripetutamente in Italia. Sia per conoscere il ricco patrimonio dell'arte italiana sia per introdurre l'arte estone della prima metà del XX secolo. Durante questi soggiorni ho visitato importanti musei d'arte un po' dappertutto, a Roma, Firenze, Torino e Venezia, dove sono riuscito a vedere gli originali di molti dipinti che conoscevo come riproduzioni. Erano gli stessi dipinti che i pittori estoni che lavoravano in Italia erano andati a vedere un secolo fa! Gli incontri con le opere di grandi artisti italiani mi hanno fatto conoscere esperienze artistiche memorabili. Ma ho la stessa sensazione anche quando cammino per le strade di Roma e Firenze, l'abbondanza di tanti e diversi beni artistici è sorprendente e incantevole. Si può dire che l'Italia sia intrisa di arte. In più ho avuto la fortuna di incontrare una serie di italiani eccezionalmente simpatici e interessati all'arte estone, tra cui la direttrice dei Musei Reali di Torino Enrica Pagella, il sindaco di Firenze Dario Nardella e la responsabile delle relazioni esterne Nicoletta Mantovani. Ho un legame particolarmente caloroso con lo scrittore e critico d'arte Arnaldo Colasanti che ha partecipato anche a una conferenza dedicata al 140° compleanno di Konrad Mägi a Tartu.
Generazioni di grandi artisti estoni hanno ritenuto importante viaggiare in Italia. Può portare qualche esempio?
Nella prima metà del XX secolo, diversi artisti estoni hanno vissuto e lavorato in Italia. Senza dubbio i più noti di loro sono Johann Köler, Ants Laikmaa, Konrad Mägi e Ado Vabbe. Per loro l'Italia fu una miniera di cultura, una fonte di esperienze artistiche, e la natura dell'Italia fu la materia prima per la pittura. I luoghi preferiti erano Roma, Firenze, Venezia, Napoli e Capri, e il sogno degli artisti era doppio: rimanere in Italia per più tempo possibile e avere l'opportunità di tornare. Nel 2016 ho soggiornato con mia moglie a Capri con l'idea di conoscere i luoghi della pittura di Konrad Mägi e Ants Laikmaa. Avevamo inviato alla nostra guida alcune foto dei quadri realizzati a Capri e chiesto aiuto per trovare i luoghi reali. I siti di Laikmaa sono stati trovati rapidamente ma con le opere di Konrad Mägi è andata diversamente perchè la fantasia dell'artista si è rivelata talmente grande che non è stato possibile riconoscerne neanche uno riprodotto nei suoi dipinti. Viaggiare in diverse parti d'Italia mi ha fatto capire con precisione perché gli artisti estoni venissero a dipingere qui: l'Italia è un paese meravigliosamente bello.
Gli italiani conoscono soprattutto Konrad Mägi. Perché la scelta è caduta su di lui e non su un altro pittore?
Mägi è senza dubbio il pittore più eccezionale e accattivante nella storia dell'arte estone. Fu una delle figure culturali più significative della sua epoca, è considerato il primo pittore modernista in Estonia e il fondatore della pittura professionale. In più il suo lavoro è stato molto proficuo: conosciamo più di trenta opere dal suo viaggio in Italia che pure è durato meno di un anno, dal 1921 al 1922. Va aggiunto che molte delle sue opere sull'Italia furono completate successivamente, sulla base di schizzi nel suo studio di Tartu, e per questo motivo la loro datazione è successiva, 1922 o 1923. A Mägi l'Italia piaceva moltissimo, quando ci arrivò mandò una cartolina in Estonia affermando che "La sensazione è forte, come anche la voglia di vivere e fare di più - qui sento il senso della vita". Avendo organizzato diverse mostre di pittura moderna estone in Italia, posso confermare che il pubblico italiano apprezza molto il lavoro di Mägi, abbiamo avuto una serie di recensioni positive dai media italiani sulla sua produzione.
Konrad Mägi, Paesaggio di Capri 1922-1923 olio/tela 58.5 × 67.5 cm
Konrad Mägi ha anche detto: "Nella mia natura c'è molto del meridionale". Come si percepisce questo nei suoi dipinti?
Prima di tutto nella scelta dei motivi. Se Mägi non avesse provato un legame così forte con l'Italia, non avrebbe dipinto decine di vedute di Roma, Venezia e Capri, e forse anche di Napoli. Inoltre bisogna dire che dopo alcuni anni meno proficui, in Italia inizia la sua nuova e felice fase creativa: la scelta dei colori è forte e vivida, rende audacemente romantici i motivi meridionali, per esempio il cielo, ammira apertamente il mistero e il misticismo delle rovine di Capri e delle gondole di Venezia.
Fortunatamente nella collezione del Museo Nazionale d'Arte Estone sono conservati parecchi bozzetti, alcuni dei quali possono essere considerati come opere d'arte distinte. Gli schizzi, realizzati in alcuni punti con la matita, ma a volte anche con i colori, hanno catturato le prime impressioni di Mägi in modo fresco e libero. Per Mägi, che lavorava in modo emotivo, questa prima registrazione del sentimento è rara e importante. Inoltre si sono casualmente conservati alcuni singoli documenti, una foto e delle cartoline. Dato che è rimasto in Italia solo per nove mesi, una tale quantità di dipinti, schizzi e altro materiale aggiuntivo è piuttosto sorprendente.