Priit Pärn: la motivazione per fare cinema è vedere se un sistema immaginario può funzionare

30.03.2022

Priit Pärn, classe 1946, è uno dei protagonisti della sezione dedicata all'animazione autoriale della 40a edizione di Bergamo Film Meeting. Lo sceneggiatore, regista e illustratore estone, membro della European Film Academy dal 2008, premiato con il Lifetime Achievement Award - il più alto riconoscimento per un animatore - nel 2002, è una leggenda indiscussa dell'animazione mondiale.

Disegno di Heikki Leis

E' nato in Unione Sovietica e ha un background da caricaturista. Ha affermato "prendendo in giro il potere sovietico, non lo puoi cambiare, ma è sempre meglio che arrendersi tranquillamente". Che rapporti aveva con la censura?

La mia prima caricatura è stata pubblicata nel 1964, ma ho iniziato a lavorare regolarmente come fumettista quando studiavo all'Università di Tartu. Ormai avevo sviluppato un certo stile ed ero consapevole di quello che stavo facendo. Per quanto riguarda la censura, più che delle caricature potrei parlare dei film. Nel caso delle vignette, la censura si esprime nella non pubblicazione. Tuttavia, fare film - nel mio caso, fare film d'animazione - era un processo costoso e laborioso che coinvolgeva un gran numero di persone. La messa in atto di questo meccanismo richiedeva un'autorizzazione, anzi una serie di autorizzazioni a vari livelli. L'idea che ci sia un censore che da qualche parte valuta un'opera già completata e prende la sua decisione vale solo per una caricatura, dove il censore era solitamente il caporedattore della pubblicazione, ma non vale per un film. Era come una torta a strati, dove ogni decisore si preoccupava principalmente di cosa poteva pensare della sua decisione il suo superiore. E il suo capo la faceva altrettanto. Nel caso del cosiddetto errore politico, sarebbero stati loro ad essere penalizzati. Anche il film finito veniva sottoposto a un'ispezione simile. L'intero sistema era imprevedibile, illogico e schizofrenico.

Come prima cosa sottoponevo a conferma le storie in cui i decisori non trovavano nulla di pericoloso e mi davano via libera. Però il film lo facevo come lo volevo io. È stato un grosso rischio perché se mi avessero scoperto non avrei fatto il film successivo. Tuttavia, tutto questo è finito circa 35 anni fa, e non mi interessa più parlarne.

La sua caricatura politica più famosa "Sitta kah" ["Fanculo"] è stata pubblicata nel 1987 su una rivista culturale in un momento di cosiddetta "guerra della fosforite", quando gli estoni al contrario del governo centrale dell'URSS non volevano che in Estonia venisse estratta la fosforite. L'uomo nella caricatura è l'Unione Sovietica, che tiene tanto all'Estonia quanto a un pezzo di letame, che getta giù dal carro. Quali riviste satiriche internazionali tiene ancora d'occhio? Cosa ne pensa di Charlie Hebdo?

Circa a metà degli anni '80 ho avuto la sensazione che la caricatura in quanto tale si fosse esaurita per me. Il cinema e la grafica erano diventati più importanti. Per questa ragione non nutro da tanto tempo alcun interesse per il mondo della caricatura e non ho molto da dire su Charlie Hebdo. Allo stesso tempo posso dire che devo tutto ciò che è buono in me alla caricatura. La caricatura è il miglior allenamento per chi vuole iniziare a fare film d'animazione, cortometraggi d'animazione. Quando insegnavo ai miei studenti come diventare i migliori al mondo [Nel 2006 Pärn ha istituito il dipartimento di animazione presso Estonian Academy of Arts, dove è stato professore fino al 2019.] la caricatura era molto importante nel sistema educativo.

"Sitta kah".

Oggi l'artista è libero?

Cosa significa essere liberi? Per essere un artista, devi avere i mezzi per fare arte, gli strumenti per commercializzare i risultati, devi mangiare e bere e avere un tetto sopra la testa. In poche parole, queste risorse si potrebbero ottenere in due modi: o un artista vende la sua arte e finanzia la propria libertà o l'artista viene finanziato da qualcun altro. In entrambi i casi sorgono alcune domande. Nel primo caso, se l'arte dell'artista sta vendendo bene, sorge la domanda sulla libertà in relazione al gruppo target: e se l'artista volesse fare qualcosa di diverso da prima? Qualcuno lo comprerà? La libertà è scomparsa. Nel secondo caso sorge spontanea la domanda: perché paga? E chi decide per il pagamento? Lo Stato, per esempio, paga, ma il curatore cura. Chi sono questi curatori, da dove vengono? Ma devo essere andato a toccare una domanda troppo complicata.

Ho cercato di raggiungere la mia libertà di artista creando la libertà finanziaria non attraverso i risultati del mio lavoro di artista, ma attraverso qualcos'altro. Ad esempio, insegnando. E questa, come pure fare arte, è un'attività generalmente piacevole. Allo stesso tempo posso fare quella che potrebbe essere definita arte abbastanza liberamente - non ho bisogno dell'approvazione di nessuno per farlo.

Il suo umorismo è sfaccettato e simil assurdo; non è necessariamente divertente, ma è piuttosto poetico, assurdo, filosofico, persino tragico. Scherzare oggi è diverso rispetto a, diciamo, 40 anni fa? Il mondo ha perso il senso dell'umorismo?

Il mondo di oggi è decisamente meno scherzoso. Non ricordo la prima volta che ho sentito la frase "politically correct", ma da quel momento ho capito che le cose con l'umorismo sarebbero andate velocemente a rotoli. Inoltre sono apparse parole che hanno lo stesso impatto di "strega" nel Medioevo o "nemico del popolo" durante l'era sovietica. Ad esempio, se qualcuno nella giuria di un festival cinematografico chiama un film "sessista" ["I piloti stanno tornando a casa" dei Pärn è stato accusato di sessismo], la sua sorte è segnata. Tali definizioni mortali sono facili da esprimere e nessuno esaminerà di che cosa si tratta veramente.

L'opera più nota della sua fase stilistica pop è "Kilplased" nel 1976. Recentemente ha pubblicato un libro nuovo sullo stesso argomento...

"Kilplased" del 1976 non è certamente il mio miglior libro. All'epoca ero all'inizio del mio percorso. Ma di recente è successa una cosa divertente: un editore spagnolo che aveva precedentemente pubblicato il mio "Tagurpidilood" ["Le storie all'incontrario"] voleva pubblicare anche "Kilplased". Mi sembrava che un libro realizzato più di 40 anni fa non fosse granchè, in più non si trovano più gli originali, e mi sembrava inappropriato scansionare la "meravigliosa" tecnica di stampa dell'era sovietica. Alla fine mi sono offerto di ridisegnare il libro. Abbiamo stipulato un accordo e l'editore ha ottenuto la sovvenzione per pubblicare il libro. Solo che nel corso del lavoro è successo che ho creato un libro completamente nuovo: "Kilplased si globalizzano". Agli spagnoli sembrava che prendessi in giro la rivoluzione verde, l'isteria climatica e così via, e hanno rifiutato di pubblicare un libro del genere. E non l'hanno fatto. Anche in Estonia, il libro, nonostante il successo delle vendite, è stato seguito da un gelido silenzio. Una cosa del genere non rende tristi: al contrario, sarebbe molto triste se un umorista fosse amato da tutti. 

Con i kilplased c'è questa cosa simpatica che nessuno di loro cerca di essere un eroe. Generalmente le narrazioni sono costruite sui personaggi principali e sarebbe bello se fossero degli eroi, nella migliore delle ipotesi supereroi. Lo sanno tutti coloro che sognano di ottenere l'Oscar. Ma i kilplased stanno felicemente sullo stesso livello, intercambiabili. Nel nuovo libro ci sono più di 700 personaggi, donne e uomini, che hanno esattamente la stessa faccia e agiscono esattamente nello stesso modo. Nessuno di loro ha un nome. Un ottimo modo per creare un nuovo tipo di narrativa! Allo stesso tempo è un modello di democrazia di eccellenza.

"Kilplased globaliseeruvad"

Vostro figlio undicenne Märt Rudolf lavora con voi. Sulla copertina degli ultimi libri illustrati c'è accanto ai vostri nomi anche il suo nome.

Sì, siamo colpevoli di sfruttamento del lavoro minorile.

Per quanto riguarda l'animazione, nel panorama mondiale, negli anni '80 e '90, l'animazione estone è arrivata a una posizione molto importante. Non avete seguito le tendenze, ma ne avete create...

Verissimo.

I vostri film [Priit Pärn collabora con la moglie Olga Pärn dal 2006.] parlano di società, di storia, di cultura ed tanto altro. Tuttavia, il vostro messaggio è nascosto: allo spettatore non servite mai una soluzione pronta.

In realtà tutto è davvero semplice. Non ho alcun messaggio. Mi sono reso conto fin dall'inizio che bisogna evitare la moralizzazione, l'insegnamento, la definizione del giusto e sbagliato. La realizzazione di un film inizia quando comincia a formarsi uno scheletro, un sistema composto da elementi che sono stati disposti lì con l'idea di farli interagire tra di loro, e dove tra questi elementi sorgono tensioni. Inizialmente questo gioco si svolge solo nella testa. Ad un certo punto la situazione diventa interessante, hai l'impressione che qualcosa di speciale ne possa venire fuori. Qualcosa di fantastico. Ma la mia invenzione funzionerà veramente? C'è solo un modo per capirlo: fare il film. Vedere se un sistema immaginario funziona è l'unica motivazione per fare cinema. Capirlo io stesso e dimostrarlo agli altri. Ogni spettatore è libero di trarre le proprie conclusioni. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro e non è bello spiegare qualcosa dopo aver concluso il film.

Per me realizzare un film d'animazione è sempre stato un lavoro di squadra, da qui l'abitudine di dire "noi". Ci sono stati periodi in cui nello studio hanno lavorato insieme diverse dozzine di persone, mentre alcuni film li abbiamo fatti io e Olga da soli. Spesso ci chiedono come sia possibile vivere insieme e fare i film insieme. Cosa dovremmo tralasciare: vivere insieme o fare i film insieme? Tuttavia, continueremo come abbiamo fatto negli ultimi 16 anni, perché è impossibile pensare a qualcosa di più bello di questo.

È un disegnatore eccezionale. Disegna da cinque a sette chilometri per film. Una leggenda urbana dice che disegnate addirittura con entrambe le mani.

Beh, mangio con entrambe le mani, il coltello a destra, la forchetta a sinistra, ma disegno con la destra. A volte ho disegnato con la sinistra quando era necessario un disegno con la mano sinistra.

L'erotismo. Mentre nel "Triangolo" la tensione erotica viene portata avanti dal cucinare e mangiare, nei "Piloti sulla strada di casa" c'è un erotismo diretto. Anche l'erotismo può venire censurato?

La vita senza erotica è come... non mi viene in mente nessun buon confronto. "I piloti stanno tornando a casa" è stato accusato di sessismo. Sorprendentemente, in un festival, lo stesso film ha ricevuto un premio per aver enfatizzato i valori della famiglia. Se sono stati censurati? Beh sì. Una storia interessante è accaduta nel 1996 a Seoul. Eravamo in sala del festival a vedere dei film. Il nostro "1895" doveva essere proiettato nella seconda metà della giornata. Ad un certo punto, in inglese, è stata annunciata la pausa. Hanno detto qualcosa anche in coreano, ma noi non l'abbiamo capito. L'intero pubblico si alzò e tornò a casa. Abbiamo aspettato un bel po' ma poi ce ne siamo andati anche noi. Più tardi abbiamo scoperto che il nostro e altri 2 film erano stati censurati perché, nel nostro caso, c'erano alcune donnine senza vestiti. Il punto è che il premio ci è comunque stato assegnato.

Si è mai disegnato in qualche suo film?

L'orso verde? [L'orso verde compare nel "...e fa trucchi" del 1979.] Hanno cercato di farmi passare per lui. Ma in realtà no, non sono io, non so fare nessun trucco. Tuttavia, qualche tempo fa abbiamo appreso da un autore che due personaggi, una donna enorme e un uomo minuscolo, accompagnati da una piuma di uccello gigante, che attraversano camminando per tutto il suo film, siamo noi! Si tratta di "Dozens of Norths" dell'ultimo star dei film animati, l'animatore giapponese Koju Yamamura. E' stata una bella sensazione!

A partire da "Sento una pallottola eterna..." e "Vita senza Gabriella Ferri" avete sempre utilizzato tecniche nuove. Attualmente lei e Olga Pärn state lavorando su "Luna rossa", un cortometraggio animato di cui al Bergamo Film Meeting è stato presentato un estratto. Anche qui avete sperimentato con qualche nuova tecnica?

Sì, "Luna Rossa" è un film molto innovativo. Siamo i primi in Estonia e nell'intera regione a utilizzare la tecnica di "motion capture". Gli attori indossano le tute dotate di sensori, i loro movimenti vengono registrati nel movimento dei pupazzi 3D, che a loro volta vengono disegnati in personaggi bidimensionali. I quattro personaggi principali assomigliano a quattro pop star italiane. La storia non ha nulla a che fare con questi cantanti, ma visto che ci piace molto il modo in cui cantavano, nel film li usiamo come attori.

"Sommozzatori nella pioggia" e "I piloti stanno tornando a casa" sono film sugli uomini. Avete già trovato l'idea per un terzo "film maschile"?

Sembra che ci siamo quasi, ma non è il film che stiamo facendo in questo momento.

Ha detto molte volte "questo è il mio ultimo film". "Luna Rossa" è l'ultimo?

Se siamo ancora vivi dopo "Luna Rossa" sappiamo cosa ci aspetta.

Katrin Veiksaar


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