Il Padiglione estone esplora la contraddizione dello spazio abitativo

19.05.2023

L'Estonia partecipa alla Biennale Architettura di Venezia con la mostra Home Stage, curata da Aet Ader, Arvi Anderson e Mari Möldre. La mostra, collocata in un trilocale affittato per l'occasione in una strada sul retro dell'Arsenale, in Salizada Streta 96, è il risultato di un'esplorazione del tema dello spazio abitativo, della sua disponibilità e del suo ruolo mutevole in un mondo globalizzato. 

L'inaugurazione del Padiglione dell'Estonia alla Biennale Architettura di Venezia. Foto: Tiziano Gasperini.

I tre curatori fanno parte dello studio d'architettura b210 di Tallinn. Noti per l'approccio think tank e per la voglia di "progettare i modi di pensare tanto quanto gli spazi fisici", il b210 ha partecipato anche alle precedenti edizioni della Biennale: nel 2016 ha collaborato alla realizzazione del Padiglione Baltico con l'opera Woodscapes, nel 2021 a quello ungherese, e nel 2022 all'esposizione Orchidelirium. Il gusto dell'abbondanza nel Padiglione estone. Una squadra giovane con un portfolio promettente.

Il punto di partenza della mostra è la disponibilità di abitazioni e la possibilità economica di accedervi, un tema universalmente attuale. Ad esempio, in Estonia la politica abitativa è carente, in luoghi in cui, dopo il processo di privatizzazione negli anni 90, circa l'80% della popolazione dispone di un alloggio di proprietà, la generazione più giovane vede il suo futuro nero.

L'obiettivo dei curatori è quello di far emergere le contraddizioni nonché indurre il visitatore a ragionare sul significato della casa, invitandolo in una casa privata (e affittata) dove la mostra si trasforma in una sorta di progetto di ricerca creativa, una miscela di performance con un approccio collettivo e inclusivo. Qui la casa può essere raccontata dal punto di vista degli inquilini, dei proprietari e degli ospiti. I temi sono numerosi: in una società dove la casa non è più l'unico luogo in cui abitare, provare le emozioni e vivere gli affetti questa è un rifugio o solo una sosta? Quali sono i sogni e le realtà legati agli spazi abitativi? Qual è il valore sentimentale e quale quello economico della casa? Qual è il ruolo delle politiche abitative, e in questo l'estetica e la funzione dell'architetto?

"Come architetto," dice Mari Möldre, "sono frustrata dal fatto che nella costruzione di alloggi orientati al profitto, le opzioni principali sembrano offrire l'architettura come servizio di lusso o soddisfare la domanda (a volte illusoria) producendo unità abitative standard. Come membro della società, vorrei vedere stili di vita e opportunità spaziali alternativi". La asseconda Arvi Anderson: "Il paese deve avere una strategia abitativa per far sì che la ricchezza non si metta a plasmare le nostre vite e il nostro spazio."

Per realizzare la mostra il terzetto ha riunito un team versatile, che come mezzo di espressione usa l'arte performativa, le installazioni e la musica. Nell'abitazione di Salizada Streta, si stabiliscono, uno alla volta, 7 performers. I performer-inquilini vivono nell'appartamento la vita quotidiana che comprende le azioni quotidiane, dal pisolino al preparare da mangiare, dal lavare i piatti al fare il bucato fino ad esplosioni emotive fittizie, portando così nello spazio anche la dimensione teatrale. Ogni performance si ripete quotidianamente nelle diverse parti dell'appartamento, dura un'ora e mezza, in tutto 8 ore al giorno. Alcune attività legate alle performance coinvolgono anche il visitatore invitandolo a partecipare attivamente alla vita della casa.

Il Padiglione rimane aperto dal 20 maggio alla fine di novembre, dopodichè la mostra si trasferirà in Estonia dove sarà nuovamente visitabile.

Curators: Aet Ader, Mari Möldre and Arvi Anderson (B210). Directors: Liisa Saaremäe and Keithy Kuuspu. Scenographer Kairi Mändla. Playwright Jan Kaus. Composer: Markus Robam. Commissioner: Raul Järg (Estonian Centre for Architecture). Producers: Anu Lill and Anna Lindpere.

  

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