Helena Tulve e le sue "Visioni" sacre approdano alla Biennale Musica di Venezia

17.09.2022

Immaginate un concerto in cui lo spazio stesso diventi strumento musicale. Un suono che va a scaturire da diverse sorgenti sonore all'interno del dorato abbraccio della Basilica di San Marco: questo è quanto "Visions", di Helena Tulve, classe 1972, promette allo spettatore. La compositrice estone, specializzata in musica elettronica ed elettroacustica, rappresenterà l'Estonia alla Biennale Musica di Venezia di quest'anno, accompagnata dall'ensemble estone Vox Clamantis (direttore Jaan-Eik Tulve) e dal secolare Coro della Cappella Marciana. Tulve ha riservato al pubblico di Venezia la prima esecuzione assoluta della sua opera.

Nella foto Jaan-Eik Tulve e Helena Tulve durante le prove a Venezia.  Foto: Marius Peterson.

Il 66° Festival Internazionale di Musica Contemporanea, dedicato al teatro musicale sperimentale, è intitolato "Out of Stage", espressione che si riferisce alla volontà di esplorare soluzioni teatrali lontane da quelle del palcoscenico tradizionale, nonché di ricorrere alle "nuove tecnologie, [alla] multimedialità, [alla] realtà virtuale e [alla] realtà aumentata applicata al suono." Sarà interessante ascoltare la reinterpretazione di Tulve di alcuni storici pezzi di musica liturgica - genere di cui si occupa anche il celebre Arvo Pärt -, alla ricerca di "una nuova forma di sacra rappresentazione contemporanea."

Oltre al Vangelo gnostico di Maria, Tulve trae ispirazione da un incredibile ritrovamento di spartiti e manoscritti musicali all'interno della Biblioteca di Santa Maria della Fava - proprio a Venezia! - nel 1994, poi studiati e trascritti dal musicologo Giulio Cattin. Durante la Biennale Musica dello stesso anno, per la prima volta i frammenti furono eseguiti durante un concerto di musica sacra contemporanea, tenutosi nella basilica di San Marco, diretto da Mario Messinis. L'esibizione della compositrice estone, compresa la scelta della location, è un chiaro tributo a Cattin e Messinis, che verrà approfondito in una tavola rotonda organizzata da Roberto Calabretto, direttore scientifico della Fondazione Ugo e Olga Levi, nella quale interverranno anche Helena Tulve, il direttore d'orchestra Francesco Erle e il musicologo Antonio Lovato.

La carriera di Tulve, originaria di Tartu, è costellata di successi, premi internazionali e riconoscimenti della sua eccellenza - è apprezzata come "una delle nuove voci più distintive che sono emerse nel campo della musica estone degli ultimi anni". Tra le personalità di spicco che hanno contribuito alla formazione dell'artista c'è il compositore Erkki-Sven Tüür, di cui è stata l'unica allieva di composizione all'Estonian Academy of Music; in seguito, anche Jacques Charpentier al National Regional Conservatoire di Parigi, dove Tulve si è laureata con il primo premio.

Sfogliando l'intensa rete di influenze dell'artista - il canto gregoriano che lei studiò in conservatorio, lo Spettralismo francese, lo sperimentalismo elettro-acustico dell'istituto francese IRCAM, le musiche orientali -, risalta all'occhio una brillante ecletticità e una dinamica prontezza a rivisitare gli schemi convenzionali della musica, con risvolti a dir poco sorprendenti. L'approccio creativo di Tulve - che ha all'attivo tre pubblicazioni discografiche: Suva (2005), Ljnen (2008), e Arboles Lloran por Lluvia (2014), - è descritto come "fluido" e focalizzato sul processo compositivo.

Quella di mercoledì 21 non è la prima esibizione di Helena Tulve in Italia: i più informati ricorderanno che, nel 2005, la compositrice partecipò all'Aterforum Festival di Ferrara, in una sezione dedicata alla musica nordica. Nota interessante: al festival partecipava anche il suo celebre maestro Tüür.

Ricordiamo che "Visions" di Helena Tulve si terrà il 21 settembre 2022, ore 21.00, presso la Basilica di San Marco.

Chiara Padovano

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