Gerda Märtens: L’illustrazione è diventata il mio universo

25.03.2022

In concomitanza con la Fiera del Libro per ragazzi di Bologna, Estonia Magazine ha intervistato l'illustratrice estone Gerda Märtens, classe 1987, che ha fatto parte della mostra di illustratori dei Paesi Baltici, la collettiva "Correre coi lupi", inaugurata a Bologna questa settimana.

Gerda Märtens e le sue illustrazioni

In Estonia, l'illustrazione per ragazzi ha radici profonde. Ilon Wikland, che ha illustrato diversi libri di Astrid Lindgren, era di origine estone... Lei come è diventata illustratrice?

Nella mia infanzia, i libri e anche le illustrazioni hanno avuto un ruolo fondamentale. Ero una bambina che preferiva stare a leggere e a disegnare da sola anziché giocare nel cortile con gli altri. Grazie a mia mamma, ho fatto conoscenza degli illustratori più bravi di allora. Ammiravo i lavori di Viive Noor, Ülle Meister, Kersti Haarde e Jaan Tammsaar. Dopo l'arrivo in Estonia dei fumetti di Topolino, che divoravo, ho iniziato a imitare quei personaggi con la mia matita. Successivamente, ho cominciato a creare i miei personaggi. I miei genitori mi hanno fatto frequentare le scuole d'arte e mi sono iscritta all'Accademia di belle arti, nella facoltà di pittura. Dopo aver cercato la strada giusta per un po', ho riscoperto l'illustrazione, con grande piacere di mia madre.

Come è arrivata a studiare l'illustrazione in Italia? Quanto la "scuola italiana" ha influenzato il suo modo di illustrare?

Per puro caso mi sono ritrovata a visitare per la prima volta la Fiera del Libro per ragazzi di Bologna nel 2009. Tutto quello che vedevo lì mi affascinava tantissimo ma mi sentivo limitata dal fatto di non parlare l'italiano. Nel frattempo, ho iniziato a realizzare delle illustrazioni per un paio di riviste in Estonia e ho studiato canto lirico, che includeva proprio lezioni di lingua italiana. Pur avendo studiato altre lingue prima, mi sono appassionata all'italiano in modo particolare. Poco dopo ho deciso di cercare il modo di studiare illustrazione in Italia. E questa opportunità è arrivata grazie al progetto Erasmus. Sono stati due anni e mezzo belli, ma anche difficili, a Macerata, una cittadina ricca d'arte e musica. Quest'esperienza mi ha cambiata profondamente. Ho scoperto il mondo dei libri per ragazzi, quelli poetici, artistici e coraggiosi. Ed è diventato il mio universo.

Nemmeno trentenne, ha illustrato "La creazione" di Dino Buzzati. Come è nata l'idea e qual è stata la reazione del pubblico?

"La creazione" è nata come esercizio di albo illustrato quando stavo iniziando il mio secondo anno a Macerata. Il nostro professore Mauro Evangelista ci ha fatto conoscere l'opera di Buzzati. Facendo ricerche ho trovato il testo de "La creazione" e mi ha colpito molto. Mi sono trovata in sintonia con la sua ironia, lo stile surreale e distaccato. Nel frattempo ho partecipato anche ad una mostra studentesca a Roma, nella galleria Tricromia. All'inaugurazione ho incontrato Fausta Orecchio, l'editrice di Orecchio Acerbo. Conoscevo e ammiravo molto il loro lavoro, il top dei libri artistici per ragazzi in Italia. Ero incredula quando si è avvicinata e ha espresso il suo interesse per il mio lavoro. Dopo aver sentito parlare del progetto di Buzzati, mi ha detto che avevano appena pensato di dare forma a un albo illustrato con qualche suo racconto. Eravamo d'accordo sulla straordinarietà de "La creazione" e poco dopo ci siamo messi al lavoro. Il libro e le illustrazioni sono stati analizzati nella tesi di dottorato di Roberta Favia, blogger e vlogger de "Le teste fiorite" e ricercatrice di letteratura per l'infanzia. L'articolo è stato pubblicato in una rivista scientifica dedicata a Buzzati. "La creazione" è il libro sul quale ho finora ricevuto più feedback. Il pubblico italiano considerava la mia interpretazione cupa, inquietante e nordica. Penso che le illustrazioni siano molto diverse dalle correnti contemporanee italiane. Il libro è stato pubblicato anche in estone e, paradossalmente, in Estonia è stato definito di "stile italiano". È un commento che in Estonia è stato spesso ripetuto. In realtà credo sia un misto dell'uno e dell'altro.

Qual è la tecnica che preferisce? Si sa che il disegno manuale richiede molto tempo... qual è la sua opinione sulle illustrazioni realizzate al computer?

Da un paio di anni la mia tecnica preferita è la tempera. Uso pennelli con punte molto fini per ottenere effetti di luce e sfumature di colori. Il processo di lavoro è complesso e, prima di prendere in mano il pennello, è necessaria una buona preparazione: schizzi di vario livello di dettaglio e prove di colore. La pittura è la fase lenta e meditativa che mi permette di lavorare sulle vere finezze. Preferisco il disegno e la pittura a mano a quello digitale. Secondo me, non c'è niente di più sottile, unico ed emotivo che il tratto disegnato dalla mano. È un segno umano nel mondo ormai digitalizzato.

Ha scritto un libro e ne ha illustrati una decina. È raro che un illustratore si esprima anche scrivendo?

È sempre più comune per gli illustratori di diventare anche autori. Il picture book contiene poco testo, solo un paio di righe per pagina. La storia è in gran parte affidata alle immagini, e il testo ci dà solo le indicazioni principali per seguirla. A volte il testo è davvero minimale o assente, ma non vuol dire che manchi la storia: questa viene raccontata attraverso le illustrazioni. Per questo, gli illustratori che hanno delle belle idee possono realizzare dei picture book anche da soli. Al contrario, per gli scrittori che non illustrano, la collaborazione con l'illustratore è di vitale importanza. Questo genere permette esperimenti di diverso tipo e ha un enorme potenziale creativo. Un libro recente che mi incanta per questo aspetto è "C'era una volta e ancora ci sarà" di Johanna Schaible, una meditazione sulla storia dell'uomo sul pianeta Terra e sui nostri sogni individuali. Il libro è basato su un'idea centrale, semplice e fortissima, che si svela anche attraverso la forma fisica del libro.

Di cosa parlano i libri che illustra e da dove trae ispirazione? Qual è il personaggio da Lei disegnato che preferisce?

Nei primi tempi ho ricevuto proposte per storie piuttosto realistiche, che parlavano della vita quotidiana dei bambini. Penso sia dovuto al mio stile di disegno realistico. Ultimamente, sto realizzando più idee mie. Stanno emergendo temi che mi sono molto vicini e che sento di dover assolutamente raccontare, il futuro del pianeta e il rispetto della natura in particolare. Il protagonista che mi sta più a cuore è sicuramente l'orso polare Jon del mio albo illustrato "Virmalised" ("Luci del Nord"), che penso rappresenti un po' me stessa... le mie avventure, paure e speranze in un mondo che sta velocemente cambiando.

È solo di recente che la letteratura per l'infanzia viene considerata dal punto di vista dell'uguaglianza di genere: accanto gli eroi troviamo sempre di più le eroine. Nel 2018 ha illustrato "Storie di ragazze estoni coraggiose", sui testi della scrittrice estone Kätlin Vainola.

Il libro è nato sull'esempio delle biografie di donne per ragazzi che sono state pubblicate un po' ovunque nel mondo. Questo progetto per me è stato uno di quelli che ho fatto con grande orgoglio e passione. Kätlin Vainola ha scritto le storie e io ho disegnato i ritratti di 30 donne importanti per la cultura e la storia estone dal 1800 in poi. Ho sentito una forte responsabilità verso le loro storie.

Editori, scrittori e illustratori estoni partecipano alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna da oltre 10 anni. Cosa vi porta qui?

Io ho visitato la fiera ben 10 volte - quasi non ci credo! Fino all'arrivo della pandemia, era un appuntamento fisso annuale che aspettavo sempre. La prima volta ci sono capitata un po' per caso, quando ancora non studiavo illustrazione. Non avevo mai visto niente del genere, e non sapevo che l'illustrazione per ragazzi potesse essere profondamente artistica! E dopo era diventato difficile mancarci, perché chi è appassionato ai libri per ragazzi sviluppa una dipendenza da questa settimana primaverile a Bologna. Per gli autori, illustratori ed editori è veramente una settimana di festa. Certo, come bonus per noi che veniamo dal Nord c'è il sole caldo italiano, quando in Estonia c'è ancora la neve. Quest'anno purtroppo non sono riuscita a partecipare, e so che sentirò le opinioni dei miei colleghi con una certa nostalgia.

La letteratura per l'infanzia estone è stata spesso tradotta in italiano. Chi metterebbe in evidenza tra questi autori?

Sono contenta che la letteratura per ragazzi estone venga tradotta sempre di più e che arrivi anche in Italia. La cultura e le tradizioni estoni e quelle italiane sono molto diverse. Tra le traduzioni in italiano consiglierei sicuramente di leggere Piret Raud e Anti Saar. Entrambi hanno una personalità letteraria unica che si esprime in toni, temi e approcci coraggiosi e molto umani. Nei loro libri trovo un'onestà che affascina e che stimola la creatività nei lettori.

Su cosa sta lavorando al momento?

In questo momento sto lavorando su due progetti: uno è totalmente mio, sia per la storia che per le illustrazioni. L'altro invece è una collaborazione con la bravissima scrittrice lettone Agnese Vanaga, di cui sono veramente felice. È un po' presto per parlarne dettagliatamente, ma diciamo che i temi sono sempre quelli che non ci danno pace e di cui vogliamo parlare a tutto il mondo attraverso la poesia e l'arte.

Katrin Veiksaar


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