“Eha vari”: la crescita personale tra magia e sogno
I film d'animazione sono di solito dedicati ai bambini: infatti, tradizionalmente si è collegato questo genere ad un pubblico giovane. Ma non è questo il caso di "Eha vari" [L'ombra di Alba, 15', 2024] uno dei film di animazione estoni partecipanti a vari festival italiani in questo periodo, fra cui il Film Festival della Lessinia e il Shorts International Film Festival. L'opera della regista Olga Stalev, in collaborazione con la nota cantante folk Mari Kalkun, viene infatti sconsigliato a un pubblico di età inferiore ai 15 anni. Perché? Non c'è nulla di cui stupirsi.
Nella storia del cinema si è spesso ricorsi al genere del film d'animazione per raccontare storie e trattare temi anche molto crudi, forse proprio con l'intento di evitare scene eccessivamente forti per il grande pubblico. È questo il caso di "Persepolis", vincitore nel 2007 del Premio della giuria del Festival di Cannes e candidato agli Oscar l'anno successivo, che illustra la Rivoluzione Islamica del 1979 in Iran. Per quanto riguarda i registi estoni, si può citare Priit Pärn, autore di numerosi film di animazione, che a Seoul nel 1996 si vide censurare "1895" per la presenza di nudo femminile. Anche in "Eha vari" notiamo, infatti, la presenza di temi delicati nonostante l'apparente semplicità del genere scelto.
"Eha Vari" racconta la storia di Eha [Dawn o Alba], un'allegra e spensierata ragazza che vive in un bosco incantato di cui si prende cura: ogni mattina, facendo una passeggiata, sistema tutto ciò che vede di rotto per renderlo più bello. Questo tema della salvaguardia della natura assume un significato ancora più forte se messo in relazione con la colonna sonora, scritta da Mari Kalkun, che si avvale di un repertorio ispirato alla tradizione estone e improntato al senso ecologico e alla sintonia con l'ambiente.
Tuttavia, sin dal principio, si nota l'ingenuità della protagonista, che, nonostante l'animo sensibile, non si rende conto di quello che le proprie azioni possono provocare. A causa del suo spirito fanciullesco ride in faccia ad un ragazzo che le aveva chiesto la mano: questo, però, sarà per lei l'inizio di una triste storia. L'uomo non riesce a darsi pace per quanto accaduto e un suo gesto dettato dall'ira scatena una serie di eventi tragici.
Un elemento importante che funge da filo conduttore in tutta l'opera è la magia e la sua relazione con la natura: difatti, non solo la ragazza, come per incanto, riesce a curare le piante del bosco, ma successivamente bruciando una ciocca di capelli riesce persino a liberarsi dalla propria ombra. Si può pensare qui ad un'influenza da parte del realismo magico latinoamericano: si riscontrano sia la presenza di un potere sovrannaturale, impersonato da una strega buona che si prende cura del bosco e, di conseguenza, di Eha, ma anche dai poteri posseduti e invocati dalla ragazza stessa e dalla sua ombra.
Un altro elemento che richiama tale stile è la distorsione temporale presente alla fine dell'opera: Eha e il ragazzo si trasformano, infatti, in anziani, dimostrando il loro processo di maturazione. Inoltre, si può notare un forte legame della storia con la magia e il folklore, che servono a ricreare una dimensione fiabesca, atemporale e aspaziale, per donare universalità al racconto.
Si nota anche un'ispirazione al surrealismo, a causa della presenza di personaggi distorti dall'immaginazione, che mescolano sembianze umane a quelle di animali e oggetti; ma l'elemento surrealista è presente soprattutto nell'eliminazione dei confini tra realtà e sogno, quando l'ombra della ragazza riesce a introdursi nel sogno del ragazzo, intervenendo direttamente in esso e risolvendo, così, il malinteso.
"Eha vari" risulta, quindi, andare ben oltre quello che ci si potrebbe aspettare da un qualunque film d'animazione per bambini. Nonostante il genere cinematografico, le tematiche e i valori trasmessi sono di grande attualità e profondità, legati tra loro da un'interessante combinazione di simboli, metafore e influssi letterari che rendono l'opera universale, ma al contempo originale. La creatività e l'acutezza di Olga Stalev risiedono proprio nel saper sorprendere i propri spettatori con una storia intrigante di cui fino all'ultimo non si riesce ad intuire l'esito e suscitando, pertanto, stupore sia per la narrazione sia per le scelte registiche.
Alessandro Tagliaro
SCENEGGIATURA
Olga Stalev
FOTOGRAFIA
Urmas Jõemees
MONTAGGIO
Urmas Jõemees, Olga Stalev
MUSICA
Mari Kalkun
INTERPRETI:
Maarja Mitt-Pitchen, Kaie Mihkelson, Helgur Roshental, Tanel Kadalipp
PRODUZIONE
Hvitlog