Cinque anni italiani di "Hõbevalge"

22.09.2021

"Se la geografia è prosa, le mappe sono iconografia", diceva Lennart Meri: questo 22 settembre ricorre il quinto anniversario della pubblicazione italiana del suo saggio storico Hõbevalge. Sulla rotta del vento, del fuoco e dell'Ultima Thule. Il libro è una spettacolare ricostruzione dell'antica storia dell'Estonia, impreziosita da aneddoti sulle antichissime e reciproche influenze fra i popoli del Mediterraneo e quelli del Baltico: tema centrale è la ricerca dell'Ultima Thule, la mitica terra situata a sei giorni di viaggio dalla Britannia, considerata la meta più a nord mai raggiunta.

La traduzione italiana dell'opera è il frutto di sei anni di lavoro da parte del semiologo milanese Daniele Monticelli, affiancato dal curatore della pubblicazione Gianni Glinni, da Lennart Meri Euroopa Sihtasutus e Associazione Italia Estonia. Dopo aver iniziato la propria carriera come lettore madrelingua di italiano all'Università di Tartu, dal 2009 Monticelli è professore di italianistica e semiotica all'Università di Tallinn. 

Meri, considerato una delle più famose personalità estoni, fu scrittore, regista e politico: in particolare rivestì dal 1992 al 2001 la carica di Presidente della Repubblica dell'Estonia; fu scelto poi nel 2004 per rappresentare il Paese alla Convenzione europea del Trattato di Roma. I suoi tanti anni di viaggi e ricerche sono oggi a disposizione della comunità sotto forma di cinque documentari - uno dei quali, "I venti della Via Lattea", gli valse una medaglia d'argento al festival del film di New York del 1958 - e ben undici libri, fra cui appunto Hõbevalge. L'impatto dei suoi lavori fu tale che nel 1986 ricevette anche una laurea honoris causa dall'Università di Helsinki.

Come accennato sopra, in Hõbevalge Meri si è soffermato sul popolo estone, da lui considerato uno dei più antichi a popolare le terre del Nord Europa. Il viaggio del navigatore greco Pitea, vissuto nel IV secolo a.C., verso la leggendaria terra di "Thule" con il suo "mare di gelatina" - ghiaccio, che l'esploratore non aveva mai visto -, diventa l'occasione per avanzare una nuova ipotesi sulla localizzazione esatta del territorio. Negli anni si è supposto che il misterioso toponimo fosse l'Islanda, la Norvegia, le Isole Shetland o le Isole Fær Øer: e se invece il nome "Thule" avesse a che fare con il meteorite di Kaali a Saaremaa, caduto centinaia di anni prima dell'arrivo di Pitea?

Chiara Padovano 

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