Andrea Forlani, fotogiornalista: “Ho fatto base a Tallinn”

01.04.2021

Hai girato il mondo. Ti definisci un fotografo o un viaggiatore? Il mio sito internet dice "photojournalist", ma la verità è che il giornalismo e la fotografia sono la scusa migliore che ho trovato per poter girare il mondo cercando di farmi un'idea del pianeta dove mi è capitato nascere. Scrivo, fotografo, viaggio, ma alla fine sono solo un tipo un po' curioso in cerca di risposte a domande che non ho ancora formulato.

Andrea Forlani

Perchè ti sei sistemato in Estonia, in quel piccolo angolo del Nord Europa? Dopo tutto.

Ho messo piede per la prima volta in Estonia a metà degli anni Novanta - allora ero uno studente universitario milanese con le idee piuttosto confuse sul futuro - ed è stato amore a prima vista. E come per tutti gli amori a prima vista è difficile spiegarne le ragioni oggettive. C'era senz'altro qualcosa di magico, un'energia che mi ha spinto a tornare negli anni successivi e a promettere a me stesso che un giorno ci sarei andato a vivere. Quindici anni dopo quella promessa l'ho mantenuta e mi sono trasferito a Tallinn, o forse sarebbe più corretto dire a "far base", dato che solitamente passo la metà del tempo viaggiando. E non mi sono mai pentito, anzi. Al punto che nel 2015 ho passato più di sei mesi all'Expo di Milano lavorando come direttore della comunicazione per il padiglione estone, un'esperienza indimenticabile. Oggi mi rendo conto che forse quella magia che mi ha portato qui sta nella natura. Le foreste, le paludi, ma anche le spiagge deserte dove scrutare l'orizzonte accompagnati dalla colonna sonora delle onde e del vento. A chi non è mai stato in Estonia suggerisco di dare un'occhiata a un bel documentario sulla natura estone uscito poco più di un anno fa: "Fred Jüssi. Olemise ilu".

Come fotografo collabori con numerose testate italiane e internazionali. Su quali di queste hai portato l'Estonia?

Farei davvero fatica a ricordare quanti e quali reportage e articoli ho pubblicato sull'Estonia, decine sicuramente. National Geographic Traveler, Lonely Planet Magazine, Living, Bell'Europa, In Viaggio, Touring, Io Donna, Grazia... e in altri magazine che ormai non esistono più. Ne ho anche scritto su un libro che ho pubblicato diversi anni fa per Newton Compton - 101 viaggi da fare almeno una volta nella vita. In autunno dovrebbe uscire su Bell'Europa anche un mio reportage sui manieri estoni, e sinceramente non vedo l'ora, perché ce ne sono di splendidi e meritano davvero di essere conosciuti.

Cosa rende l'Estonia particolare per quanto riguarda la fotografia?

La luce. Che per un fotografo è tutto. Amo i soli bassi invernali e gli interminabili tramonti di giugno che si trasformano in albe senza soluzione di continuità. Amo fotografare in Estonia perché le stagioni sono ancora ben definite e i colori cambiano di conseguenza. Poi certo, l'Estonia è come un luna park per i cosiddetti nature photographers. Ci sono fotografi estoni che pubblicano foto meravigliose e che spesso vincono premi internazionali. Ma tutto ciò che posso fare è invidiarli perché non ho la loro pazienza, e per certi scatti ne serve davvero molta.

Si dice che per integrarsi in una nuova cultura ci vuole tanto tempo e pazienza. Ti senti integrato?

Bella domanda. A dire il vero non sono sicuro di essermi mai sentito integrato in vita mia, nemmeno in Italia, dove sono nato e ho vissuto a lungo. Però mi sento a casa in quasi ogni angolo del mondo. Che sia Tallinn, Tbilisi o Tokyo, mi bastano tre giorni in un luogo per avere le mie routine e sentirmi a mio agio. Mi sento un nomade ma non sono un viaggiatore compulsivo, o almeno non più. Però è certamente vero che vivendo in Estonia ho assimilato alcuni aspetti della vita dì qui. Un esempio? Sono caduto nella trappola della fungodipendenza! Appena inizia la stagione prendo il mio cesto, il coltellino e vado a caccia di kukeseened e porcini, e visto che ci sono, anche di mirtilli e fragoline di bosco, ogni volta che posso. Mai cucinato tanti risotti ai funghi come in Estonia.

Se dovessi ritirarti, in Estonia, quale sarebbe il posto ideale per farlo?
Quando voglio dimenticarmi di tutto e di tutti corro sull'isola di Hiiumaa a respirare il mare e guardare le stelle.
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